ANDRIA
Luogo di elezione di Federico II ma anche feudo ambitissimo per la fertilità delle sue terre, e prima ancora luogo di insediamenti che risalgono probabilmente all’epoca preromana. Andria sorgeva infatti, nell’antichità, su un importante antico fiume, l’Aveldium, che sfociava nei pressi di Barletta. La conformazione della città è solo apparentemente piatta, ma in realtà costruita su un continuo saliscendi di sommità, piane alluvionali e pendii (e nella toponomastica tradizionale, tutti i nomi dei luoghi sono preceduti da un «sopra» e da un «sotto»). Comune assai grande e moderno con un vastissimo territorio agricolo, grande produttore d’olio e di vino ma anche ricco centro manifatturiero e commerciale, dall’ultimo dopoguerra ad oggi la città di Andria ha dovuto fare i conti con gli effetti della sua straordinaria espansione, iniziata nel novecento e non ancora conclusa.
BARLETTA
Fitta, brulicante, movimentata, vivace: dell’importante emporio commerciale che fu fin dall’antichità, Barletta ha conservato, visibili e vividi, i caratteri distintivi.Una città dove il mare sembra non vedersi mai, eppure all’improvviso appare, in un’apertura panoramica insolitamente libera e vasta. Sul mare, il Castello federiciano, simbolo del potere svevo e di tutti i poteri che si sono succeduti nei secoli, è anche oggi luogo cardine delle istituzioni e della cultura della città, e rammenta la storica posizione di privilegio e cruciale di Barletta: luogo di incoronazioni, di promulgamento di leggi, di adunate, punto di partenza delle Crociate e ponte ideale verso la Terra Santa, sede doganale, avamposto strategico per Federico II e regno incontrastato poi di Manfredi, insomma nodo d’importanza estrema per tutto il territorio.
BISCEGLIE
Tre tipi di spazio vengono in mente pensando a Bisceglie, tre luoghi fisici e mentali legati da un sottile filo, tanti diversi tipi di luce, e tre storie che collegano la vita di Bisceglie a quella del territorio.Da un lato infatti, lo storico centro urbano, addensato a ridosso del porto – porto di pesca, abitato colorato e denso, dal quale subito vien voglia di addentrarsi all’interno della cinta muraria aragonese, qui ancora ben conservata. E nel centro la bella e preziosa Cattedrale, ma anche il Castello di fondazione sveva, e i piccoli gioielli dell’arte romanica come San Giovanni in castro o Sant’Adoeno, punteggiano un edificato d’impianto medievale, fitto e di pregevole costruzione. Dall’altro lato la città balneare, il mare non di chi pesca ma di chi «va al mare».
TRANI
Irresistibile, il richiamo dell’impressionante scenografia sul mare che accoglie il visitatore di Trani, e indimenticabile la sequenza di immagini che si presenta agli occhi di chi percorre il tratto costiero e portuale della città. A partire dall’epoca sveva, nella quale Federico II fece di Trani il suo fortificato avamposto marittimo fino al Quattrocento, secolo di assoluto splendore in cui Trani rappresentò il più importante centro marittimo e mercantile del basso Adriatico (città che si diede gli Statuti Marittimi, a lungo appoggiata dalla città di Venezia, cui fu data addirittura «in pegno» alla fine del secolo), Trani giocò un ruolo eminente nella scacchiera regionale dei poteri e dei privilegi. Per poi diventare, alla fine del Cinquecento, sede della Regia Udienza, e da allora (e fino a oggi) «città forense» per eccellenza. Questo è il mare dei monumenti, il mare dei poteri.